CATANZARO. Nella provincia di Reggio Calabria ed in altre province si è svolta una vasta operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria per l’esecuzione di 36 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nonché di numerose perquisizioni. I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso. Le province interessate dal blitz dei carabinieri Reggio Calabria, oltre a quella di Reggio Calabria, sono quelle di Roma, Verbania e Vibo Valentia. Nel corso del blitz sono state effettuate 11 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati nel medesimo procedimento. Le indagini, avviate dalla compagnia carabinieri di Taurianova già dal novembre 2013, che si sono avvalse anche delle informazioni da alcuni collaboratori di giustizia, hanno consentito di accertare l’appartenenza degli indagati, anche con ruoli di vertice, alle cosche Petullà, Ladini e Foriglio, quali articolazioni autonome dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico nota come locale di Cinquefrondi, operante nel territorio dei comuni di Cinquefrondi e Anoia con ramificazioni in tutta la provincia e in altre province. Secondo gli investigatori, l’attività della cosca, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo e allo sfruttamento delle risorse economiche della zona mediante il compimento di una serie indeterminata di delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, in materia di commercio di sostanze stupefacenti, favoreggiamento latitanti, nonché delitti volti ad acquisire direttamente e indirettamente la gestione e il controllo di attività economiche, in particolare nel settore degli appalti boschivi, ed ogni altra attività illecita. Nell’ambito dell’operazione, si è proceduto al sequestro di beni mobili e immobili riconducibili ad alcuni degli indagati per un valore stimato in oltre cinquecento mila euro mentre l’attività ha permesso nel tempo di procedere già all’arresto di 8 persone, al sequestro di oltre 1 chilogrammo di cocaina e al rinvenimento di numerose armi da guerra e comuni da sparo.