REGGIO CALABRIA. L’esempio di Don Italo Calabrò, il prete degli ultimi, degli emarginati, dei più deboli. La sua testimonianza di vita, cristiana e sociale, sono il modello a cui si ispira il “Premio Don Italo Calabrò per l’educazione dei giovani” istituito dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Lunedì mattina la firma del protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio regionale, l’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e l’Istituto Tecnico industriale “Panella-Vallauri” dove don Italo insegnava. Il premio istituisce una borsa di studio per gli studenti più meritevoli. “Vogliamo ricordare così – ha detto nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Campanella il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto – un personaggio straordinario Si tratta di un progetto pilota che riguarda le quarte e quinte classi dell’Istituto Tecnico Industriale ‘Panella-Vallaur’, di Reggio, ma che intendiamo presto allargare all’intera regione, per farlo diventare un premio regionale aperto a tutte le scuole, per ricordare una importante figura di questa regione, di cui ricorre quest’anno il 25 anniversario della morte. Don Italo sapeva che solo attraverso i giovani si può ripartire”. Al premio è stato assegnato un fondo di ottomila euro. Alla firma, assieme al presidente Irto, hanno partecipato don Antonino Pangallo, in rappresentanza dell’arcivescovo, mons. Giuseppe Fiorini Morosini; Anna Nucera, dirigente dell’istituto “Panella-Vallauri”, e Mario Nasone, presidente del centro comunitario “Agape”. Quest’ultimo ha definito don Italo il ‘don Milani del Sud’, aggiungendo che “é bello ricordare nella “casa dei calabresi” un calabrese speciale, che ha veramente amato la sua terra, tanto da rifiutare per ben due volte la nomina vescovile”. “Don Italo Calabrò – ha detto Anna Nucera – é stato un grande meridionalista, al pari di Umberto Zanotti Bianco. Non meridionalisti di parole, ma di fatti e azioni concrete. Un uomo che ha saputo educare i giovani alla solidarietà, che non giudicava le persone per quello che dicevano per quello che facevano”. Il concorso consisterà nella predisposizione di una proposta progettuale contenuta in un elaborato, inerente gli episodi, gli eventi, i messaggi più significativi che hanno distinto la vita di don Italo Calabrò. Quattro i concetti chiave ai quali dovranno ispirarsi gli elaborati: cittadinanza attiva; cura degli altri; impegno a favore degli ultimi e per una società migliore e contrasto ad ogni forma di violenza e mentalità mafiosa.