REGGIO CALABRIA. L’appello del pm contro il rigetto dell’aggravante mafiosa per l’ex ministro Claudio Scajola, coinvolto nell’operazione “Breakfast” della Dia di Reggio Calabria che lo ha portato in carcere nel maggio scorso, è stato dichiarato inammissibile dal Tribunale della Libertà. L’aggravante mafiosa, chiesta dagli inquirenti, fu a suo tempo rigettata dal Gip che aveva comunque emesso l’ordinanza chiesta dalla Procura a carico dell’ex ministro per il solo reato di procurata inosservanza di pena a vantaggio dell’ex deputato latitante Amedeo Matacena. Intanto è iniziata la prima udienza del processo alla quale Scajola ha presenziato senza rilasciare dichiarazioni. Secondo l’ipotesi degli investigatori, progettando un eventuale trasferimento di Matacena da Dubai in Libano al fine di metterlo al riparo da un’eventuale estradizione in Italia, Scajola avrebbe di fatto agevolato anche i clan della ‘ndrangheta di cui l’ex deputato, condannato con sentenza passato in giudicato, era referente. Da qui la richiesta nei suoi confronti dell’aggravante mafiosa che il Gip a suo tempo non aveva riutenuto sussistere. In primo e secondo grado Matacena era stato condannato a cinque anni di reclusione, pena recentemente ridotta a tre anni dalla Cassazione.