CATANZARO. La fase di stagnazione dell’attività industriale, in Calabria, è proseguita nel corso del 2015. “Secondo le stime di Prometeia – evidenzia Bankitalia – il valore aggiunto nell’industria in senso stretto è rimasto pressoché stabile. In base ai dati Infocamere-Movimprese, il saldo tra iscrizioni e cessazioni, in rapporto alle imprese industriali attive a inizio anno, è lievemente migliorato rispetto all’anno precedente (-2,0 per cento). Secondo i conti territoriali dell’Istat, nel 2014 – si legge – l’incidenza dell’industria in senso stretto sul valore aggiunto regionale era pari al 7 per cento (12 e 19 per cento, rispettivamente, nel Mezzogiorno e in Italia). Il settore industriale calabrese – è scritto ancora – si caratterizza per un peso relativamente elevato del comparto delle utilities (energia, acqua, rifiuti) rispetto a quello manifatturiero. L’indagine sulle imprese industriali svolta dalla Banca d’Italia fornisce risultati più favorevoli per le imprese con almeno 20 addetti: il saldo tra la percentuale di imprese che hanno segnalato un aumento del fatturato nel 2015 e quella di aziende che hanno registrato un calo è risultato nettamente positivo, in miglioramento rispetto all’anno precedente. Le indicazioni di aumento prevalgono soprattutto nel comparto delle utilities e tra le imprese manifatturiere esportatrici. Il saldo tra i giudizi di aumento e di diminuzione è stato positivo, seppur in modo contenuto, anche per gli investimenti in beni materiali e per il numero di addetti. Per il 2016, le aspettative sull’andamento del fatturato presentano nel complesso un saldo positivo analogo a quello dell’anno precedente, che riflette un rafforzamento del quadro congiunturale per le imprese manifatturiere a fronte di un peggioramento per le utilities. Gli operatori prefigurano tuttavia una dinamica degli investimenti in beni materiali e dell’occupazione ancora improntata alla prudenza”. Per quanto concerne gli scambi con l’estero, Bankitalia osserva che “nel 2015 le esportazioni di merci della regione sono aumentate a prezzi correnti del 15,1 per cento, dopo la riduzione registrata nel 2014 . Tale miglioramento ha inciso però – si legge – in misura limitata sulla ripresa dell’attività economica, dato lo scarso peso dell’export sul prodotto regionale. Il peso contenuto dell’export in Calabria è connesso sia alla composizione settoriale dell’economia regionale (in particolare, alla ridotta incidenza dell’industria manifatturiera) sia alla bassa propensione a esportare: il rapporto tra esportazioni e valore aggiunto dell’industria manifatturiera calabrese era pari nel 2013 a 0,3 (contro rispettivamente 1,5 e 1,7 nel Mezzogiorno e in Italia). L’aumento ha riguardato sia le vendite verso l’UE sia quelle verso gli altri paesi. Alla dinamica positiva – scrive Bankitalia – hanno contribuito tutti i principali settori di specializzazione; in particolare, sono tornate a crescere significativamente le vendite all’estero dell’industria alimentare”.