Il titolo è forte ma anche la decisione di Papa Francesco che ha voluto conferire con gli operatori del settore dimostrando che si può parlare di certi argomenti abbattendo preconcetti e tabù, è cosa forte. Un Papa per il dialogo, e più volte lo ha dimostrato, capace di affrontare argomenti pratici e di attualità, non solo di fede. È accaduto lo scorso 16 giugno a Città del Vaticano in occasione dell’udienza per il Giubileo della gente dello spettacolo viaggiante e popolare, al quale è stata invitata anche una delegazione della Sapar (Servizi e Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative). Ecco perché ci vuole un titolo quasi da ‘strillo’ per dirla in gergo giornalistico, quando si affronta un argomento altrettanto scottante, perché parlando di giochi da casinò, in Italia si pensa quasi solo alle slot che popolano i bar e i tabaccai, e quando si parla di slot machine, la temperatura inevitabilmente si alza. Ma non tutti gli operatori del settore si muovono allo stesso modo, anche questo va detto. E sarà forse per tale motivo, ma è solo un’ipotesi, che Papa Francesco ha deciso di concedere udienza alla Sapar. Un esempio tangibile è quello del casinò online StarCasinò, un esempio di come, scusate il luogo comune ma qui ci calza a pennello, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Sono le parole dello stesso Andrea Rossi, manager di Star Casinò a spiegarci il perché e a mostrare quante distinzioni ci sono da fare quando si parla di gioco: «Capisco le reazioni che scaturiscono dalla diffusione delle slot machine. Ma credo che ci siano degli eccessi sull’off line: le macchine fisiche che sono diffuse in una misura davvero allarmante. Per il gioco on line il discorso è completamente diverso, soprattutto per quel che riguarda la protezione del giocatore. Su Internet c’è una sicurezza molto maggiore perché ci sono anche dei meccanismi di autotutela. Noi seguiamo le linee guida dei Monopoli e aggiungiamo anche delle funzioni di garanzia contro gli eccessi». E come? , ci domandiamo. Andrea Rossi risponde: «Innanzitutto, quando un giocatore si registra sceglie quanto può spendere ogni settimana. Poi il personale della Betsson è formato per prevenire i comportamenti patologici e siamo certificati da 4G, un’organizzazione che certifica le aziende nelle quali si attuano le cosiddette best practice (i metodi riconosciuti come i più efficaci ndr.) sulla promozione del gioco responsabile. A noi interessa far divertire il giocatore, quindi dobbiamo informarlo ed evitare che il divertimento diventi un problema. Si propone però un altro quesito: basterà tutto questo a salvaguardare un giocatore? Rossi conclude: « Ci sono degli avvisi che compaiono automaticamente sullo schermo, ci sono i canali di comunicazione con il nostro help desk, le newsletter, le e-mail. Abbiamo anche inserito un autotest da effettuare per vedere se un soggetto è a rischio». Quindi esistono forme concrete di controllo e di tutela. Va anche detto però che in casi non estremamente patologici, il più delle volte si tratta di un po’ di buon senso da parte di chi, per noia o per solitudine si attacca alla macchinetta. E qui forse la responsabilità non è tanto di chi offre determinati servizi quanto del tessuto sociale e dell’assenza di servizi di ben altro tipo (quelli per i quali paghiamo le tasse, per intenderci) che potrebbero salvaguardare ed equilibrare svaghi e consumi del cittadino.