CATANZARO. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha disposto la scarcerazione dell’ex sottosegretario, consigliere ed assessore regionale del Pd, Sandro Principe, accogliendo l’istanza presentata dagli avvocati Franco Sammarco e Marco Amantea. L’esponente politico si trovava agli arresti domiciliari ed è stato scarcerato per il mancato pericolo di reiterazione del reato. Principe era finito al centro dell’operazione “Sistema Rende”, il 23 marzo scorso, per i presunti rapporti avuti con la cosca Lanzino, alla quale avrebbe garantito favori in cambio di sostegno elettorale. Lo stesso Principe, che in passato è stato anche deputato e sottosegretario di Stato al Lavoro, avrebbe mantenuto i rapporti con la potente cosca di Rende, città di cui è stato sindaco, per almeno un decennio, secondo le contestazioni mosse nell’avviso di conclusione delle indagini. Sandro Principe non appena ha avuto notificato il provvedimento di scarcerazione ha telefonato al leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, per ringraziarlo. “Ho appena ricevuto una telefonata – dice Corbelli – che mi riempie il cuore di gioia. Era Sandro Principe che mi informava della cessazione del provvedimento cautelare nei suoi confronti. Sono particolarmente soddisfatto e felice. Oggi ad un politico perbene, colto e capace, un autentico galantuomo, è stata restituita quella libertà di cui era stato incredibilmente privato il 23 marzo scorso con una accusa tanto grave quanto surreale (voto di scambio per la concessione da parte del comune di Rende – in un periodo tra l’altro in cui Principe non era neppure né amministratore, né consigliere! – della licenza per un piccolo bar ad un pregiudicato!) per chi appena conosce la lunga storia di Principe che è esattamente agli antipodi della cultura mafiosa! La mia battaglia garantista e di giustizia, nasceva e poggiava sull’assoluta certezza della innocenza e totale estraneità di Principe alle incredibili accuse mossegli. Oggi più che mai sono convinto che questa vicenda giudiziaria sia qualcosa di incredibile, allucinante e inquietante su cui, nel rispetto dell’operato di giudici e magistrati, deve essere fatta chiarezza. Principe non doveva assolutamente essere mai arrestato! A lui va ridata oggi la sua dignità di uomo e politico perbene e onesto. E insieme a lui va riscattata la nobile storia di Rende, di un comune modello per l’intero Paese che Sandro e suo padre Cecchino hanno realizzato, un vero e proprio ‘miracolo rendese’, che mai nessuna inchiesta della magistratura e qualsivoglia Procuratore potrà minimamente scalfire, perché è storia e patrimonio di una collettività e di un’intera regione. Se sono stati commessi (ai diversi livelli) degli errori in questa vicenda vanno accertati. Nel rispetto della verità e della Giustizia. A Principe – conclude Corbelli – chiedo solo di riprendere da dove era stato purtroppo costretto a lasciare quella mattina del 23 marzo. Tra poco mi recherò a casa per andarlo ad abbracciare. Non ho potuto farlo durante la detenzione lo farò adesso che è ritornato un cittadino libero”.