CATANZARO. “Dopo anni di prenotazione e programmazione di risorse nazionali e comunitarie mai utilizzate, i numeri del disastro dei sistemi depurativi in Calabria sono sempre più drammatici”. Lo sostiene, in una nota, il sottosegretario di Stato Antonio Gentile. “I dati del Ministero dell’Ambiente, tratti dall’audizione del Ministro Galletti alla competente Commissione della Camera – aggiunge – parlano da soli: la Calabria è interessata da 13 procedure d’infrazione che riguardano agglomerati con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti e ben 128 agglomerati, con una popolazione superiore ai duemila abitanti. Le procedure, tutte già notificate allo Stato italiano, sono in buona parte destinate a tradursi in sanzioni finanziarie comminate dalla Corte di Giustizia Europea. Sanzioni che, per effetto del diritto di rivalsa, inserito nella Legge di stabilità 2016, ricadranno pari pari sullo striminzito bilancio della regione e delle amministrazioni locali. Percorrere a ritroso la storia di queste drammatiche vicende, che si ripercuotono pesantemente su una economia regionale che dovrebbe fondarsi sul turismo costiero, mette in luce una lunga sequenza di inadempienze e incapacità, politiche e amministrative”. “La tragedia – dice ancora Gentile – viene da lontano. Proviamo a ricapitolare. La delibera CIPE n. 60 dell’aprile 2012 aveva assegnato alla Calabria 217 milioni di euro per interventi che avrebbero interessato 32 agglomerati depurativi in procedura d’infrazione. Parte di queste risorse, circa 57 milioni, veniva a suo tempo garantito dagli amministratori regionali come derivante dall’applicazione di procedure di ‘project financing’. Si immaginava cioè che gli investitori privati avrebbero reso disponibili fondi propri per anticipare i costi di realizzazione degli impianti. Ovviamente, niente di tutto questo è accaduto, e non si ha più traccia nemmeno dei 159 milioni di fondi pubblici assicurati per il co-finanziamento. Nel frattempo per tutti i 32 casi osservati dalla Commissione è intervenuta una sentenza di condanna. A breve saranno quantificate le sanzioni, particolarmente onerose. Mentre l’ambiente degrada, si smarrisce l’ennesima opportunità di sviluppo in Calabria”.