CATANZARO. “I treni made in Calabria si confermano un prodotto d’eccellenza a livello mondiale. Pochi giorni dopo la consegna dei primi treni per la metropolitana di Lima (capitale del Perù), partiti dal Porto di Salerno, c’è stata la presentazione del primo treno destinato alla metropolitana di Taipei (Taiwan)”. Lo afferma, in una nota, Fernando Pignataro, del comitato regionale di Sinistra Italiana. “Lo stabilimento Hitachi Rail Italy (ex AnsaldoBreda) di Reggio Calabria – spiega – consegna il treno numero 1 della nuova metropolitana automatica – diverless, cioè senza conducente. Nei giorni scorsi sono sbarcate le prime sei casse dell’innovativo treno costruito nello stabilimento Hitachi di Reggio Calabria. Quindi, sappiamo che i treni per Lima sono partiti dal porto di Salerno, mentre il porto di Gioia Tauro, che dista solo pochi chilometri dallo stabilimento reggino, restava a guardare. E ci piacerebbe sapere quelli per Taipei da quale porto partono… Il treno in questione, in alluminio, – spiega ancora Pignataro – ha una lunghezza complessiva di 108 metri, è largo 2,85 e può trasportare fino a 166 passeggeri seduti e 1.105 in piedi, raggiungendo la velocità massima di 90 chilometri orari. Il contratto, pari a circa 500 milioni di dollari, è relativo alla costruzione di 42 veicoli che verranno impiegati sulle linee della metropolitana di Taipei, composta da 35 stazioni e 35 chilometri di tunnel”. Sinistra Italiana della Calabria, spiega, “ritiene che il porto di Gioia Tauro debba svolgere il ruolo di infrastruttura al servizio dell’industria e, non avendone molte, certo non si può sprecare questa occasione. La Regione deve lavorare per favorire questo processo altrimenti avrà sprecato l’ennesima occasione. Forse sarebbe il momento – dice – di avviare delle serie politiche industriali basate sulla semplice logica degli investimenti destinati allo sviluppo e alla valorizzazione delle eccellenze, partendo proprio dal comparto ferroviario visto che nel Mezzogiorno rete e rotaie sono o inesistenti o precarie. In considerazione della presenza sul territorio di una importante realtà industriale ferroviaria, con sedi a Napoli, Reggio Calabria e Matera che portano le insegne di Hitachi (e non è un male) perchè – osserva – è certo che una grande holding industriale giapponese non si tirerebbe indietro, se da parte del sistema pubblico vi fosse la volontà di lanciarsi nell’impresa, impegnando per alcuni anni risorse consistenti nella realizzazione delle infrastrutture, necessariamente diverse da quelle tradizionali. Un serio progetto di reinvenzione dei trasporti ferroviari – conclude – creerebbe tutte le condizioni per fare del Mezzogiorno il volano di un cambiamento epocale”.