CATANZARO. “Il sistema sanitario della Calabria nel reclutamento delle categorie dirigenziali, da molti anni, non tiene conto della figura del sociologo privilegiandone altre che poi, con scarsi risultati, svolgono compiti di ricerca tipici del laureato in sociologia. E le recenti notizie di stampa, aggiunte alle conoscenze dirette, destano grande preoccupazione nei tanti sociologi calabresi – disoccupati e precari – la cui professionalità potrebbe essere utilizzata per dare un contributo qualitativo alla sanità regionale”. È questo l’incipit della lettera che l’Associazione Nazionale Sociologi ha inviato al Commissario della sanità calabrese, ing. Massimo Scura, chiedendo un urgente incontro per trattare la complessa materia dei concorsi dei sociologi nelle strutture territoriali della sanità pubblica regionale. Nella lettera del presidente nazionale dell’ASI – Associazione Nazionale Sociologi, Antonio Latella si legge: “Il valore e la funzione del sociologo sono altrettanto importanti di quelle riconosciute all’assistente sociale, allo psicologo, all’ingegnere, al giurista e all’economista che in un comparto complesso come quello sanitario sono nodi strategici di una rete di competenze indispensabile nella gestione di un efficiente ed efficace servizio di tutela della salute pubblica”. Ed ancora: “Importanti ricerche internazionali sulla centralità degli stili di vita salutari e la salubrità dell’ambiente, indicati come “fattori determinanti di salute”, inequivocabilmente, hanno dimostrato la centralità della figura del sociologo. Presso le università della Calabria – termina la nota del presidente nazionale dell’ASI – molti dei nostri giovani si laureano in sociologia, ma i loro sacrifici e la loro bravura non li salva dal ghetto in cui disoccupati e inoccupati consumano i loro giorni in attesa di misurarsi in un pubblico concorso”.