VIBO VALENTIA. È polemica nel Pd vibonese dopo che al sindaco del capoluogo, Elio Costa, è stato impedito di portare il suo saluto istituzionale in occasione di una manifestazione del Pd con il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri. Era stato il deputato Bruno Censore a togliere la parola a Costa, esponente del centro-destra, sostenendo che il suo intervento non era previsto. Costa, per tutta risposta, aveva abbandonato la sede del convegno ovvero la sala consiliare del Comune. A prendere le distanze da Censore sono gli stessi esponenti del suo partito. “In qualità di presidente nazionale di Anci giovani non posso fare a meno di biasimare quanto accaduto ieri sera nell’aula del Consiglio comunale di Vibo Valentia, dove è stato impedito al sindaco Elio Costa di porgere il suo saluto istituzionale al sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, intervenuto a un incontro promosso dal deputato Brunello Censore” afferma oggi Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo Calabro, renziano ed esponente di primo piano del Partito Democratico, già candidato nel 2014 alle primarie per la presidenza della Regione Calabria in contrapposizione a Mario Oliverio. “Non voglio entrare nel merito dei motivi che hanno indotto Censore a commettere questo grave strappo istituzionale, ma trovo inqualificabile – sostiene Callipo – che il sindaco di Vibo Elio Costa, massima autorità cittadina, non abbia potuto porgere il benvenuto della città al rappresentante del Governo, che a quanto pare è anche un suo caro amico. Tanto più che l’incontro si svolgeva nell’aula consiliare, “casa” del sindaco e dei cittadini”. A “condannare” il gesto di Censore sono stati anche membri dell’assemblea regionale del partito come Michele Soriano e pure il segretario cittadino del Pd di Vibo, Stefano Soriano. Gianluca Callipo a nome di una parte del Pd ha quindi anche inviato delle pubbliche scuse al sindaco Elio Costa, dissociandosi dal deputato Censore.