REGGIO CALABRIA. “Quando il cittadino denuncia le richieste estorsive si interrompono sempre e la risposta dello Stato arriva in breve tempo”. Lo ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, commentando i risultati dell’operazione Sansone, che ha visto 300 uomini tra Carabinieri e Ros, eseguire 26 fermi di indiziati di delitto disposti dalla Direzione distrettuale antimafia nei confronti di presunti esponenti di ‘ndrangheta. Almeno una ventina i casi di estorsione, tentate o consumate, emerse nel corso dell’indagine, e solo in due casi la denuncia. Un controllo del territorio asfissiante, raccontato dal comandante del Ros, il generale Giuseppe Governale: “Il controllo del territorio è così forte che non hanno bisogno neanche di atti eclatanti, basta spendere un nome ed è una garanzia nel controllo del territorio”. Ma anche l’impegno del Ros sul territorio è altissimo, e basta una denuncia per ottenere giustizia. “I cittadini devono sapere – ha rimarcato il procuratore – che possono liberarsi dal giogo dell’estorsione, ci basta anche solo un nome, un input da cui partire”. Le indagini, in particolare, partite dalla caccia all’ex latitante Domenico Condello, latitanza durata 20 anni, hanno ricostruito le dinamiche della cosca Zito-Bertuca operante a Villa San Giovanni. “La cosca Zito-Bertuca controlla Villa San Giovanni da oltre 25 anni e proprio in una frazione di Villa nel 1991 venne ucciso il giudice Antonino Scopelliti, e non è certamente un omicidio che viene dimenticato dalla Procura. Certamente chi ha commesso questo omicidio prima o poi verrà identificato, ma già allora questa cosca controllava in pieno il territorio”, ha aggiunto il procuratore di Reggio Calabria, in riferimento all’uccisione del magistrato di Cassazione, assassinato a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in auto nei pressi di Campo Calabro. Scopelliti, all’epoca, sosteneva la pubblica accusa nel giudizio di terzo grado nel maxi processo contro la mafia siciliana. Davanti alle domande dei giornalisti, de Raho non ha inteso aggiungere altro. Il delitto Scopelliti, secondo ipotesi investigative, sarebbe stato eseguito da killer della mafia calabrese su mandato delle cosche siciliane, ma i responsabili non sono mai stati identificati.