REGGIO CALABRIA. Il sostituto procuratore generale di Reggio Calabria Alberto Cianfarini, a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto alla Corte d’appello la conferma della condanna a sei anni di reclusione a carico dell’ex presidente della Regione Calabria e già sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti. Quest’ultimo è imputato in qualità di ex sindaco per falso e abuso per presunte irregolarità nei bilanci del Comune tra il 2008 e il 2010 e per le vicende legate alle autoliquidazioni dell’ex dirigente dell’Ufficio ragioneria del Comune Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010. La condanna in primo grado spinse Scopelliti alle dimissioni dalla carica di governatore della Calabria con conseguente scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Il magistrato ha chiesto la conferma della sentenza anche per i tre revisori dei conti del Comune di Reggio, Carmelo Stracuzzi, Ruggero Ettore De Medici e Domenico D’Amico, condannati in primo grado a 3 anni e sei mesi di reclusione ciascuno per omesso controllo contabile. Poco prima della conclusione dell’udienza, i difensori di Giuseppe Scopelliti, Aldo Labate e Enrico Giarda, avevano depositato, come disposto dalla Corte d’Appello, documentazione inerente il passaggio in autorità di cosa giudicata della sentenza dell’ex compagno di Orsola Fallara, l’arch. Bruno Labate, destinatario di ingenti somme di danaro da parte del Comune per servizi inesistenti e deliberati dalla stessa Fallara, e il decreto che dispone il giudizio a carico dell’ex assessore regionale del Pd Demetrio Naccari-Carlizzi, già vice-sindaco di Reggio Calabria nella giunta guidata da Italo Falcomatà. “Il deposito della documentazione – ha detto Giarda a conclusione dell’udienza – è finalizzato a evidenziare l’assoluta inattendibilità dei testi principali dell’accusa, nonché a chiarire che l’imputato Giuseppe Scopelliti non aveva alcun movente in relazione alla condotta di alterazione dei bilanci comunali, imputabile esclusivamente alla dottoressa Fallara”.