CASSANO ALLO JONIO. Il Vescovo di Cassano, mons. Francesco Savino, ha incontrato in Cattedrale i sindaci dei 22 comuni del territorio diocesano e gli uomini e le donne impegnate nelle Istituzioni politiche consegnando loro una lettera. “Il fine ultimo della politica – ha scritto il presule – è senza dubbio il bene comune e per questo, voi, carissimi politici, siete chiamati a ‘rifiutare la politica come gestione della cosa pubblica per il bene solo di una parte, di un gruppo di potere o di pressione’ e ‘a mettere al centro la persona, adottandola come misura di ogni impegno; come principio architettonico di ogni scelta; come criterio assiologico supremo. La persona, non il calcolo di parte. La persona, non le astuzie del potere. La persona, non le mosse egemoniche. La persona, non il prestigio delle fazioni’. Così diceva don Tonino Bello, nel lontano 1985, ai politici a Molfetta; e aggiungeva: ‘È necessario che gli uomini impegnati in politica, quale che sia il loro credo religioso, siano contemplativi; diano spazio al silenzio; non si lascino distruggere la vita dalla dimensione faccendiera; non si sperperino nella dissolvenza delle manovre di contenimento o di conquista’. Mi sembrano parole che, pronunciate con una potenza profetica, si addicano alla nostra condizione. Avvertiamo tutti, forse in maniera più acuta e pungente proprio in prossimità del Natale, un disagio che sfugge ai calcoli statistici, alle analisi più tecnologicamente avanzate e sofisticate, e che parte da radici profonde. È il richiamo ad un’umanità smarrita che si è lasciata incapsulare dalla pretesa riduzione materialistica dell’essere umano e che ora grida il desiderio di liberazione. Interessante mi sembra la dichiarazione di un uomo politico assassinato negli USA, Robert Kennedy, il quale disse: ‘Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta’. In questo periodo di grave crisi economica e politica, diversi fedeli della nostra Diocesi si chiedono e mi chiedono: ‘Come si fa oggi a condividere la gioia del Natale con tutte le sofferenze e insicurezze che ci turbano, con le brutte notizie che leggiamo sui giornali e vengono trasmesse dalla televisione? Con la mancanza di lavoro per i nostri giovani, con la povertà in aumento?’”. “Allora – ha sostenuto mons. Savino – proprio questo Natale, vi dico, cari amici, è di speranza e di responsabilità. È tempo di impegnarci tutti in percorsi che ci facciano guardare avanti piuttosto che indurci a ripiegarci su noi stessi. Mai come in questo momento di confusione e di disorientamento politico abbiamo bisogno di speranza e coraggio”.