CATANZARO. Servono dieci milioni per rimettere in sesto il territorio della provincia di catanzaro, devastato dal maltempo di questi ultimi giorni. Lo ha detto stamane ai giornalisti il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno. Bruno ha voluto tirare le somme dei danni provocato dal maltempo che, dopo la nevicata dello scorso 8 gennaio e le piogge degli ultimi giorni, hanno messo in ginocchio il sistema viario provinciale. Bruno ha incontrato la stampa il giorno dopo la firma della delibera con cui richiede il riconoscimento dello stato di calamità naturale. “Entro quindici giorni – ha detto – la strada provinciale 25, fondamentale arteria che collega l’entroterra presilano con il capoluogo di regione, sarà nuovamente percorribile nella massima sicurezza ed entro il mese di aprile, l’Amministrazione provinciale di Catanzaro avrà a disposizione i dieci milioni di euro necessari alla sistemazione dell’ infrastruttura provinciale il cui percorso procede di pari passo con buona parte dell’acquedotto di Santa Domenica, che serve la città. Sono già stati stanziati, e sono quindi utilizzabili, – ha detto – 350 mila euro per la realizzazione di interventi urgenti volti a garantire la riapertura della strada nella massima sicurezza. Confermato l’impegno assunto dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Roberto Musmanno, a nome del governatore Mario Oliverio, nella riunione tenuta in prefettura martedì scorso, relativo alla disponibilità della Regione ad anticipare i fondi necessari per gli interventi sulla Strada provinciale 25. Così come resta monitorata la situazione della Strada provinciale 34/2 che collega Gimigliano a Catanzaro da Cavorà: nelle prossime ore si valuterà come intervenire immediatamente per garantire la massima sicurezza ma senza isolare il territorio”. Il quadro dettagliato del sistema della viabilità provinciale dopo il maltempo è stato tracciato alla presenza del dirigente capo della Protezione civile, Carlo Tansi, e del dirigente del settore Lavori Pubblici della Regione, Pino Iiritano, oltre che del dirigente del settore Viabilità della Provincia, Floriano Siniscalco e il dirigente del settore Ragioneria dell’ente, Pino Canino. “utto il territorio provinciale – ha detto Bruno – è interessato da frane, smottamenti, avvallamenti e danni al manto stradale che hanno richiesto interventi che gli uffici competenti hanno garantito con la massima celerità grazie al contatto diretto con i sindaci e la collaborazione con la Regione e la Protezione civile”. Le situazioni di particolare criticità, secondo quanto reso noto da Bruno, risultano essere: la strada provinciale 25, la Sp 34/2, che collega Gimigliano a Catanzaro via Cavorà e Tiriolo, chiusa proprio ieri sera per motivi di sicurezza; le aree comprese tra i territori di Gimigliano, Amato, Miglierina e Tiriolo, ma anche Marcellinara e Settingiano e lungo Germaneto e San Floro, lungo la strada provinciale che collega Vena di Maida-Maida e la Girifalco-Maida; la Sp 11-Sp 13, tra i Comuni di Soveria Simeri, Simeri Crichi e Sellia superiore fino a Cropani, tra l’altro strade alternative alla Sp 25 per raggiungere Catanzaro e accedere alla ss 106; l’area del Chiaravallese, e perimetro tra i comuni di Squillace, Stalettì e Gasperina. Bruno ha lanciato anche un grido d’allarme proprio ai rappresentanti di Regione e Protezione civile, rimarcando però il costante dialogo con il governatore Mario Oliverio che nelle prossime ore convocherà ad un tavolo ad hoc i sindaci interessati dalle situazioni più drammatiche. “Il sistema ha funzionato, è vero, grazie all’impegno e alla professionalità dei tecnici, geometri, ingegneri, degli uffici, della macchina provinciale che si è fatta carico di garantire la sicurezza dei cittadini, ma vi chiedo: non lasciateci soli – ha affermato il presidente Bruno -. Il territorio della provincia di Catanzaro, e della Calabria intera si è sgretolato: abbiamo bisogno per rimetterlo in sesto di oltre dieci milioni di euro. Abbiamo bisogno di strumenti normativi e finanziari che nel corso del tempo sono venuti a mancare mettendoci in difficoltà, altrimenti non saremo più in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. Basta ricordare che fino a tre anni fa avevamo 300 cantonieri, oggi ne abbiamo 40 ma 25 non sono sulle strade per via di prescrizioni mediche. E voglio ribadire che tutto questo lo facciamo da missionari”.
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