Prima iniziativa pubblica di presentazione della proposta di Legge regionale sulle Cooperative di comunità, redatta dal consigliere Antonio Lo Schiavo, nell’aula consiliare di Caraffa. “L’evento, promosso su impulso del consigliere comunale Luigi Ciambrone alla presenza del sindaco Antonio Sciumbata – è detto in una nota di Lo Schiavo – si è avvalso del contributo del già presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale della Calabria, Arturo Bova, e del vicepresidente di Legacoop Calabria, con delega alle cooperative di comunità, Maurizio De Luca. Ad illustrare l’iniziativa legislativa lo stesso Lo Schiavo. “La proposta di legge – ha detto il consigliere regionale – muove da un’esigenza ben precisa: lanciare un segnale di discontinuità rispetto ad un modo di fare politica, che per troppo tempo ha fatto ricorso a forme di assistenzialismo e clientelismo, e innalzare la qualità della proposta. La funzione di un consigliere regionale deve essere quella di progettare strumenti normativi e giuridici che consentano di dare delle risposte concrete alle sofferenze della nostra regione. La Calabria si spopola inesorabilmente. Perde ogni anno circa 20mila abitanti. C’è una deriva demografica evidente e il tasso di disoccupazione è tra i più alti in Europa. D’altro canto, nonostante le ingenti risorse del Por, la politica non è riuscita a migliorare le condizioni di vita dei calabresi né a fare in modo che l’enorme flusso di denaro dei fondi comunitari incidesse realmente sullo sviluppo della regione. Da qui l’esigenza di introdurre degli strumenti normativi che puntino sul nostro capitale umano, sulle nostre intelligenze (che altrove si affermano mentre qui trovano ostacoli di ogni sorta), sulla possibilità che i cittadini si mettano insieme per attuare azioni virtuose a beneficio delle loro comunità”. “In questo senso – sostiene il consigliere regionale – le Cooperative di comunità rappresentano uno strumento utilissimo che può mettere insieme le persone permettendo loro di raggiungere migliori condizioni lavorative e, al tempo stesso, di creare un benessere diffuso sul territorio. Le cooperative di comunità, quindi, possono essere lo strumento a cui i Comuni si rivolgono per l’erogazione di servizi che altrimenti non troverebbero attuazione ma anche per la gestione di beni comuni quali biblioteche, strutture sportive, musei. Permettendo a giovani e meno giovani di rendersi parte attiva della comunità, di assicurarsi un reddito e, al contempo, di svolgere un servizio utile alla comunità. In un tessuto sociale fortemente lacerato come quello dei nostri centri interni, esse – ha concluso Lo Schiavo – possono realmente rappresentare una nuova pagina di sviluppo per la nostra regione”.