REGGIO CALABRIA. Dieci persone sono state arrestate dai Carabinieri a San Ferdinando in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco anche da guerra e clandestine, concorso in detenzione, vendita e cessione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente e concorso in danneggiamenti aggravati dalle modalità mafiose. L’operazione, denominata Eclissi 2, prosecuzione naturale dell’operazione Eclissi conclusa nell’ottobre 2014 ha fatto ulteriore luce sugli interessi delle cosche di ‘ndrangheta Bellocco-Cimato e Pesce-Pantano, che operano a San Ferdinando. Le indagini hanno confermato le ingerenze delle cosche anche all’interno del Comune di San Ferdinando che già nell’ottobre scorso vide arrestati il sindaco Domenico Madafferi e il vice sindaco Santo Cieli. Oggi è stata ripristinata la custodia cautelare in carcere per un ex consigliere comunale, cui viene contestato il reato di associazione mafiosa. C’è anche un cospicuo traffico di marijuana sull’asse Calabria-Puglia nelle indagini dei carabinieri di Reggio Calabria e di Gioia Tauro. Il traffico di droga era gestito in accordo con le cosche di San Luca insieme alle quali era stato organizzato un carico di ben 160 chili di marijuana. Nel corso delle indagini è risultata palese l’ingerenza delle cosche nelle più disparate e finanche minute attività economiche commerciali ed imprenditoriali. Confermata anche la pressante ingerenza delle logiche mafiose all’interno del Comune di San Ferdinando dove, ad ottobre scorso, erano stati arrestati il sindaco, Domenico Madafferi, e il vice sindaco, Santo Cieli. Nel corso dell’inchiesta è stata ripristinata anche la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’ex consigliere comunale Giovanni Pantano che era stato rimesso in libertà dal tribunale del riesame per un difetto di notifica. Nell’ambito delle indagini i carabinieri hanno anche arrestato Giuseppe Pantano, ritenuto dagli investigatori il capo della cosca “Pesce-Pantano”, il quale si nascondeva in un condominio popolare di Palmi. C’è anche un appuntato dei carabinieri, Pasquale Sannuto, di 35 anni, di Cosenza, tra le persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sulle cosche di ‘ndrangheta di San Ferdinando. Sannuto, posto agli arresti domiciliari, è accusato di favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio, reati aggravati dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, l’appuntato, che era in servizio nella caserma di San Ferdinando, avrebbe rivelato notizie di ufficio, che dovevano rimanere segrete, è detto nel capo d’imputazione, aiutando in tal modo gli appartenenti alla cosca Bellocco-Cimato ad eludere le investigazioni a loro carico. In particolare, secondo la Dda, Sannuto, essendo a conoscenza dell’esistenza di un’attività d’indagine volta ad appurare l’esistenza e l’operatività sul territorio di San Ferdinando della cosca Bellocco-Cimato avviata dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, rivelava il dato ai capi del gruppo criminale, Ferdinando Cimato, Gegorio Malvaso e Giuseppe Gioffrè, al fine di agevolare l’organizzazione criminale aiutandoli in tal modo a sottrarsi alle indagini. Sannuto, sin da quando è emerso il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, era stato trasferito in altra sede.