REGGIO CALABRIA. La polizia ha confiscato beni per un valore di un milione di euro nel confronti di Antonio Bruzzise, 48 anni, arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione denominata “Cosa mia”, che ha coinvolto, tra gli altri, i maggiori esponenti delle ‘ndrine dei “Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano” di Palmi e quelle contrapposte dei “Bruzzise-Parrello”, che operano nella frazione di Barritteri di Seminara, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, finalizzata al controllo e alla gestione degli appalti pubblici relativi ai lavori di ammodernamento del quinto macrolotto dell’autostrada A3, nel tratto compreso tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla. Il provvedimento è stato emesso dal tribunale di Reggio Calabria, sezione misure di prevenzione. Bruzzise, attualmente detenuto, è stato condannato in primo grado dalla Corte di Assise di Palmi alla pena di 16 anni di reclusione, per aver preso parte, in qualità di organizzatore, all’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Bruzzise”. Le indagini patrimoniali, condotte dal locale Ufficio misure di prevenzione della divisione polizia anticrimine, hanno dimostrato la sproporzione tra i redditi percepiti dal proposto e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, frutto del reimpiego di capitali illeciti. La confisca riguarda: 1 appartamento e 1 immobile adibito ad autorimessa, ubicati a San Giorgio di Mantova; 1 terreno, composto da lotto area edificabile e fabbricato rurale, ubicato a San Giorgio di Mantova; impresa individuale “Macrì Maria Teresa”, con sede a Seminara, operante nel settore del trasporto di merci su strada; 7 beni mobili registrati (semirimorchi e trattori stradali), strumentali all’attività dell’impresa “Macrì Maria Teresa”.