CATANZARO. “Sono numerose le criticità in materia di società partecipate della Regione ed enti strumentali che permangono costanti, per natura e intensità, nelle diverse prospettive e nei vari esercizi esaminati”. È questo uno dei passaggi della “Relazione sulle società partecipate e sugli enti strumentali della Regione Calabria” letta in adunanza pubblica, a Catanzaro, da Giuseppe Ginestra, presidente facente funzioni della sezione regionale di controllo per la Calabria della Corte dei conti. Alla seduta hanno partecipato il presidente della Regione Mario Oliverio, il vicepresidente Antonio Viscomi e il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe D’Agostino. “Questa relazione – ha detto Ginestra – è monca per la mancanza di dati relativi all’esercizio 2014 e non per colpa della Sezione di controllo ma a causa del fatto che molte delle società da noi interpellate hanno ignorato le richieste. Pertanto, ci sarà a breve un secondo round dopo avere attuato ulteriori approfondimenti e analisi più attente. La Regione detiene partecipazioni dirette in nove società di capitali che sono l’Aeroporto S. Anna, Sogas, Sacal, Ferrovie della Calabria, Fincalabra, Locride Sviluppo, Terme Sibarite, Comalca, Banca popolare Etica. Partecipazioni sono detenute inoltre in Cerere, Comac, Comarc, Sial, Somesa, Sorical, Stretto di Messina e Sviluppo Italia Calabria. In liquidazione sono state poste Consorzio per la promozione degli studi universitari di Crotone e Progetto Magna Grecia. Gli enti strumentali sono Arssa, Arsac, Afor, Calabria Verde, Ardis, Le Aterp, Calabria Lavoro, Arpacal, Arcea e le fondazioni Calabria etica, Calabria film Commission, Terina, Field, Calabresi nel mondo e Tommaso Campanella”. Nella relazione Ginestra, che successivamente ha ceduto la parola all’altra relatrice Elisabetta Usai, ha evidenziato che la “Regione non ha completato il processo di consolidamento del bilancio regionale con quello degli enti, organismi strumentali, aziende e società controllate e partecipate essenziale ai fini della conoscenza, sia per l’ente gestore che per la collettività, della complessiva situazione finanziaria del “Gruppo Calabria” e degli strumenti ma, soprattutto, delle risorse utilizzati per il perseguimento dei fini pubblici ad esso assegnati”. Inoltre, riporta il testo “l’amministrazione regionale si presenta in forte ritardo rispetto agli impegni precedentemente assunti con proprie leggi regionali” e “pur avendo avviato da quasi un decennio il processo di riordino delle proprie partecipazioni societarie e dei propri enti strumentali giunge tuttavia ad esiti parziali o tardivi”. “Dall’analisi delle iniziative legislative e degli atti amministrativi che si sono susseguiti – è detto ancora nella relazione – emerge una persistente confusione del quadro normativo regionale, con scelte stratificate, ripetitive e, in alcuni casi, contraddittorie accompagnate da pesanti ritardi attuativi dell’esecutivo e una pressoché totale carenza dell’attivazione della propria funzione di controllo da parte dell’organo legislativo le cui indicazioni, invero non lineari, sono state spesso totalmente disattese. Ne deriva l’incompiutezza di un percorso di smantellamento o correzione di modalità di soddisfacimento dei pubblici interessi rivelatesi palesemente fallimentari e spesso clientelari, percorso oltre che necessitato da una corretta ed efficiente gestione delle risorse pubbliche, divenuto assolutamente improrogabile alla luce delle esigenze di contenimento della spesa regionale”. “Un ente in liquidazione – ha concluso il presidente Ginestra – non deve diventare un moltiplicatore di incarichi, di attività e di spesa”.