COSENZA. “Il caso di Alarico è un sogno e allora mi chiedo come qualcuno possa dire di no”. Lo ha detto Vittorio Sgarbi a Cosenza a margine di un convegno sul tema “Il cammino di Alarico. Un tesoro, una risorsa storica, una grande opportunità di sviluppo turistico e culturale”, circa la decisione della Soprintendenza di bloccare la ricerca del tesoro di Alarico. Il 16 novembre scorso a Cosenza sono state avviate le ricerche del tesoro di Alarico. Si tratta di 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento che il re dei Goti avrebbe trafugato dopo aver espugnato Roma nell’agosto del 410 dopo Cristo. I Goti seppellirono il loro re nel fiume Busento assieme alla sua armatura e al suo tesoro. L’Amministrazione comunale di Cosenza, guidata da Mario Occhiuto, ha avviato una nuova stagione di ricerche. Georadar e droni i sistemi tecnologici utilizzati per le indagini geofisiche. “Per cui – ha aggiunto Sgarbi – non ho capito bene quale sia lo stop posto dalla Soprintendenza, ma non credo che sia stato posto rispetto ad un’area definita che abbia un pregio archeologico, perché di quello che io so di Alarico, nulla è stato trovato e nulla è certo. Qui sta avvenendo il sogno di Alarico e il suo tesoro è misterioso. Il tesoro di Cosenza c’è già ed è il suo centro storico, non bisogna scavare ma avere gli occhi liberi”. “Da questo punto di vista – ha concluso Sgarbi – credo che meno si trova e meglio è perché sarebbe limitativo rispetto al sogno, che è meglio pensare che sia immenso e quindi non trovarlo. Spero che per i prossimi vent’anni si continui a cercare senza trovare nulla di certo, spostandosi di area, addirittura in periferia”.