VIBO VALENTIA. Familiari dei boss inseriti nelle liste per le elezioni amministrative di Gerocarne, comune delle Preserre vibonesi, e centinaia di certificati medici redatti per l’ammissione al voto “assistito” degli elettori, tutti con presunte patologie che necessitavano dell’accompagnamento dei familiari sin dentro la cabina elettorale per assisterli nel voto. È quanto emerso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel processo “Luce nei boschi” contro 27 imputati accusati di far parte della ‘ndrangheta delle Preserre vibonesi. Dall’esame di alcuni testi della difesa dell’ex sindaco Michele Altamura, sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa, è emerso che componenti del clan capeggiato dal presunto boss Antonio Altamura (zio dell’ex sindaco) nelle elezioni amministrative di Gerocarne del 2007 sarebbero riusciti a far eleggere a consigliere comunale, con la lista di Michele Altamura, una nipote del cognato di Nazzareno Altamura, altro imputato del processo attualmente detenuto. Lo stesso Nazzareno Altamura avrebbe poi portato voti anche ad un altro cugino candidato con la lista rivale a quella di Altamura capeggiata dall’ex sindaco Alfonso Grillo, attuale consigliere regionale uscente e ricandidato con Ncd. Nel 2005 le amministrative a Gerocarne erano state annullate dal Tar per irregolarità nei certificati medici sul “voto assistito”.