COSENZA. “Esprimo la mia solidarietà ai trenta profughi che pacificamente da due giorni protestavano davanti alla Prefettura di Cosenza e che sono stati questa mattina allontanati, denunciati e addirittura multati dal comune di Cosenza! Rispetto l’operato delle forze dell’ordine ma condanno quanto accaduto questa mattina e chiedo più rispetto e umanità per questi poveri rifugiati”. È quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da oltre 35 anni sempre a fianco degli immigrati. “Non è quello di oggi – dice – il volto vero, solidale e ospitale della città di Cosenza. Quanto accaduto questa mattina è agli antipodi della storia e della cultura della nostra civilissima e accogliente città. Quei profughi, sostenuti lodevolmente solo dall’Associazione Prendocasa Cosenza, protestavano per rivendicare un loro sacrosanto diritto, di avere delle risposte alle loro legittime domande e aspettative di essere inseriti nel circuito dell’accoglienza e di avere una casa. Questi profughi – continua – sono costretti a dormire da mesi nei vecchi vagoni della stazione ferroviaria in condizioni allucinanti e disumane, certamente non degne di un Paese civile. Stupisce e amareggia che di fronte a questa civile protesta ci sia stata da una parte una reazione (che considero spropositata e ingiustificata) delle forze dell’ordine (che non condivido, che considero un errore e che condanno) e dall’altra il silenzio assoluto di tutte le istituzioni (Comune, Provincia e Regione), dei partiti e dei politici. Nessuno che ha espresso una sola parola di solidarietà per questi poveri profughi. Addirittura – aggiunge – il comune di Cosenza li ha anche multati! Sinceramente mi dispiace che non abbia fatto e detto nulla neppure il neo assessore all’accoglienza e alla povertà e mio fraterno amico Padre Fedele. Mi sarei aspettato di vederlo, Padre Fedele, lì insieme ai profughi, a perorare la loro causa, a dormire nelle loro tende, così come ha fatto in passato andando a dormire sotto i ponti insieme ai poveri! A Padre Fedele, a cui mi lega un sincero e indissolubile rapporto di amicizia e di affetto, dico di non farsi minimamente condizionare da quell’incarico di assessore che il sindaco Occhiuto (dopo che per 5 anni lo ha di fatto sempre ignorato e mai aiutato!) ha voluto dargli e di continuare ad essere quello di sempre, fuori dal Palazzo, in mezzo e accanto ai poveri e agli immigrati. Dove è sempre stato per tutta la sua vita e dove ho avuto la fortuna di incontrarlo, per la prima volta, 31 anni fa, nel lontano novembre del 1985, iniziando insieme a lui le prime campagne umanitarie per l’Africa. È lì, fuori dal Palazzo, che lo aspetto, lì sicuramente mi troverà sempre pronto ad aiutarlo”!