CROTONE. “Mai avuto alcun rapporto con la criminalità organizzata”. È quanto ha dichiarato don Edoardo Scordio, ormai ex parroco di Isola Capo Rizzuto, coinvolto nell’operazione Jonny con l’accusa di associazione mafiosa, malversazione e truffa allo Stato, al giudice delle indagini preliminari Abigail Mellace che lo ha interrogato mercoledì mattina al palazzo di giustizia di Crotone. Secondo quanto riferito dai difensori, gli avvocati Francesco Verri e Giancarlo Pittelli, don Scordio ha risposto alle domande sottolineando di essere estraneo alla gestione del Cara e per questo di non poter rispondere delle contestazioni che gli sono mosse su questa vicenda. A proposito dei 132 mila euro ricevuti per svolgere “assistenza spirituale agli immigrati” per conto della Misericordia, il sacerdote ha detto che quei soldi sono serviti per effettuare decine di lavori nella parrocchia tra cui anche la sistemazione di 8 chiese, secondo quanto previsto da una convenzione tra due enti privati, la Misericordia e la Parrocchia. I difensori hanno chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere o in subordine gli arresti domiciliari.