CATANZARO. “Rispetto naturalmente l’operato della magistratura (anche quando non lo condivido) ma difendo, senza alcuna esitazione, l’attività umanitaria di tutte le Ong che salvano ogni giorno migliaia di vite umane nel Mediterraneo”. È quanto afferma, in una nota, Franco Corbelli, fondatore e leader del Movimento Diritti Civili. “Criminalizzare le Ong, che operano per salvare vite umane, è la negazione di ogni elementare principio di civiltà e di umanità – sottolinea Corbelli -Chi lo fa per interessi politici ed elettorali non merita alcuna considerazione. Sorprende e dispiace solo che anche la Chiesa sembra abbia adesso (a mio avviso, sbagliando) preso le distanze da queste meritorie Organizzazioni Umanitarie. Per quella che è la mia umile ma lunga ed esemplare storia e il mio ininterrotto impegno civile e umanitario, a difesa dei diritti soprattutto degli ultimi e degli immigrati, sto senza alcuna esitazione dalla parte delle Ong che compiono ogni giorno, in mare, azioni di grande valore umanitario”.” Ho evitato in questi giorni di intervenire in questa polemica, impegnato come sono quotidianamente con le tante battaglie civili e le diverse iniziative umanitarie – precisa ancora il fondatore di Diritti civili – ma adesso è giunto il momento di dire basta a chi criminalizza e calpesta una delle più belle iniziative di solidarietà promosse da meritorie Ong. La magistratura fa il suo dovere e cerca di verificare la sussistenza o meno di possibili reati, mentre la politica ignobilmente strumentalizza il drammatico fenomeno dell’immigrazione arrivando a criminalizzare appunto le Ong che salvano delle vite umane. Cosa si dovrebbe fare di fronte a questo esercito di disperati: lasciarli morire in mare o riportarli indietro per rinchiuderli e farli morire, tra atroci sofferenze, nei campi lager della Libia? È questa la soluzione disumana che propongono? Perché non vanno questi politici a verificare in che condizioni, quali trattamenti disumani, quali violenze subiscono in Libia questi poveri, sfortunati migranti, uomini, donne e bambini, ammassati, come bestie in quelle che l’inviato speciale dell’Unhcr (Agenzia dell’Onu per i rifugiati) ha definito nei giorni scorsi delle “prigioni orribili”. “Difendo le Ong perché pur con qualche possibile sbaglio o violazione, sono quotidianamente impegnati a salvare la vita a quella povera gente, che fugge da guerre, persecuzioni e miseria, da un vero e proprio inferno – aggiunge Corbelli – un dato purtroppo agghiacciante dovrebbe far riflettere tutti sull’importanza fondamentale delle Ong. Lo scorso anno (2016) nel Mediterraneo sono morti oltre 5000 migranti. Nel 2007, sono già oltre 2400 quelli che hanno perso la vita nei tragici naufragi e di questi più di 200 i bambini. Tanti di loro, senza nome e senza volto, sono seppelliti nei cimiteri calabresi, in attesa, per dare dignità alla loro morte, della oramai imminente realizzazione a Tarsia del Cimitero internazionale dei Migranti, dedicato al piccolo siriano Aylan Kurdi. E le tragedie dei poveri migranti purtroppo continuano non solo nel Mediterraneo (come non ricordare e non condannare duramente quello che sta avvenendo nello Yemen, con la strage di centinaia di migranti adolescenti affogati da scafisti criminali). Ecco perché – conclude – difendo le Ong in ogni parte del mondo dove operano”.