CATANZARO. “Sulla diga del Melito la situazione è diventata intollerabile”. Lo ha dichiarato il presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno, nel corso di una conferenza stampa convocata per annunciare le nuove forme di protesta per sollecitare lo sblocco dell’opera incompiuta da 30 anni. “Siamo sicuri – ha detto Manno – che la diga del Melito sarà inserita nella legge di stabilità 2018 e che avremo il finanziamento di 14 milioni per il progetto definitivo e di 4,5 milioni per le indagini, perché ci stiamo muovendo, nell’inerzia assoluta della Regione, con parlamentari di ogni colore politico. Ma questo non cancella la verità sulla vicenda; e cioè il fatto che ci sono alte personalità a livello centrale e regionale che con cavilli pretestuosi e con ingiustificate lentezze cercano di sfiancarci per toglierci l’opera e mettere così le mani sulla ‘gallina dalle uova d’oro’, perché si sa come vengono gestite le opere pubbliche in Italia, basti pensare all’esito di tante inchieste della magistratura”. Il presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese ha ricostruito tutte le fasi dell’interlocuzione con il ministero dei Lavori pubblici e con la Regione, interlocuzioni che – ha spiegato – “non hanno dato alcun esito”, muovendo poi forti critiche soprattutto all’indirizzo del governatore Mario Oliverio. “Oggi – ha aggiunto Manno – leggo che il presidente della Giunta si accinge a premiare a Milano le eccellenze calabresi, sarà importante ma purtroppo registro che fa un lungo viaggio ma in sei mesi il governatore non trova 5 minuti per ascoltare le nostre ragioni. Adesso uso le parole che lo stesso Oliverio ha usato per rivendicare la gestione della sanità: chiedo a Oliverio e al ministro Graziano Delrio un provvedimento che rimuova la situazione intollerabile sulla diga del Melito. Perché non capisco da dove nasce questo perdurante silenzio”. Manno ha proseguito: “Avevo minacciato di fare lo sciopero della fame, della parola e dei farmaci salva-vita ma questa classe politica non merita che io faccia questo, e quindi ho deciso di cambiare strategia. Ci sono 56 sindaci, tantissimi agricoltori, tantissimi professionisti, tantissime organizzazioni di categoria e tantissimi cittadini che sono pronti a scendere in piazza con noi per chiedere lo sblocco della diga del Melito, e sono pronti a occupare la Cittadella regionale o la statale 106 o a protestare anche sotto Palazzo Chigi. Sfido il presidente Oliverio e anche il ministro Delrio all’ennesimo confronto, perché voglio capire una volta per tutte se c’è la volontà politica di completare la diga del Melito, volontà politica invece espressa da molti parlamentari che sono favorevoli alla ripresa dell’opera. Io – ha sostenuto ancora il presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese – aspetto ancora una settimana, se in questo lasso di tempo non ci saranno novità scateneremo l’inferno”. Manno ha quindi concluso: “Insieme al mio avvocato sto preparando un corposo dossier che sono pronto a consegnare al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri affinché faccia luce sulle tante zone d’ombra che da 35 anni stanno caratterizzando la vicenda della diga del Melito”.